Nibali re della Vuelta

Mosquera non rimonta

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  1. TALEX117
     
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    Nibali re della Vuelta
    Mosquera non rimonta


    MADRID (Spagna), 18 settembre 2010 - Ce l’ha fatta. Ha sofferto, ha patito, ha temuto, forse ha anche tremato, ma ce l’ha fatta. Vincenzo Nibali ha conquistato la Vuelta. Sulla Bola del Mundo, un panettone geografico e un’invenzione ciclistica, lo spagnolo Ezequiel Mosquera ha vinto la tappa, ma Nibali si è impadronito della classifica. E domani, a Madrid, potrà celebrare la vittoria più prestigiosa della sua vita a due ruote.

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    PROGRESSIONE — Tre chilometri e 200 metri di una salita innaturale: una colata di cemento, versata senza geometria e anche senza pietà, metà pietraia granitica e metà vegetazione anoressica, che Mosquera e Nibali hanno affrontato insieme dopo una rincorsa di quasi 168 km e già tre salite nelle gambe. Mosquera ha cercato di fiaccare Nibali con due scatti prima del corridoio diabolico e verticale: il primo ai -4,1 dall’arrivo, il secondo ai -3,8. Nibali ha risposto con la calma del forte, con la progressione del saggio, con il ritmo del leader. E non si è fatto prendere dal panico quando Mosquera ha sferrato il primo attacco sulla prima rampa. Il distacco era metrico-decimale nello spazio, ma più pesante nel tempo: 13" ai -2,6, 10" ai -2, 11" ai -1,5, 16" all’ultimo km. Poi Nibali ha visto materializzarsi la felicità del trionfo e Mosquera i rimpianti del secondo posto. E il distacco è stato cancellato quando, a 20 metri dal traguardo Nibali, per un attimo, ha messo la ruota davanti a quella del rivale. Infine, giusto così: tappa a Mosquera, Vuelta a Nibali.

    E' NATA UNA STELLA — Vent’anni dopo Marco Giovannetti, il Giro di Spagna torna un dominio italiano. E Nibali è la nuova faccia del ciclismo italiano: così nuova da sembrare vecchia. Più vecchia, almeno nello sforzo, di quella di un ragazzo di 25 anni. Una faccia da emigrante: per poter fare il corridore, ha lasciato Messina per andare a correre in Toscana. Una faccia da minatore: subito dopo il traguardo, ricoverato in una tenda che sembrava una grotta, lui così scavato, così sporco, così sfinito. Una faccia da corridore. Dietro, è come se il gruppo abbia lasciato il palcoscenico soltanto ai due duellanti. Rodriguez ha preceduto Schleck, Tondo, Roche, Nieve, Velits, LeMevel e Di Gregorio. Caruso 19°, Bruseghin 29°. In classifica, Velits ha mantenuto il terzo posto, Bruseghin è 22° e Caruso 35°. Bravissimo Inigo Cuesta, 41 anni, alla sua Vuelta numero 16, 26° nella generale, oggi ancora in fuga.

    LA FESTA — Nibali: "Bellissimo vincere qui, su una salita particolare, fra tanta gente e contro un avversario che si è dimostrato fortissimo. Ho cercato di gestire la tappa come ho fatto a Covadonga. Mosquera è più scalatore, io più passista: dovevo andare regolare. E ce l’ho fatta. Ezequiel si è meritato la vittoria in questa tappa e in questa Vuelta". Mosquera: "Ci ho provato, non ero soltanto io a inseguire un sogno, ma tutti gli appassionati spagnoli. Speravo che qualcuno attaccasse prima di me, da più lontano: Carlos Sastre, per esempio. Poi l’ha fatto Schleck, ma era già tardi. Comunque ho sperato di potercela fare, all’inizio avevo guadagnato un po’, ma Nibali non ha mollato. E più ci avvicinavamo al traguardo, più prendeva fiducia".
     
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